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Quatuor Terpsycordes

Classiche conversazioni viennesi, di Luigi Raso

L'Ape musicale

Classiche conversazioni viennesi, di Luigi Raso

L'Ape musicale
Classiche conversazioni viennesi, di Luigi Raso
08 Febbraio 2019

"L’ excursus nel mondo del quartetto viennese giunge all’ultimo quartetto, in sol maggiore op. post. 161 D. 887, di Franz Schubert, composto dal più viennese dei musicisti viennesi nel giugno del 1826. Una partitura pervasa da un senso di serenità interiore, dalla scrittura strumentale complessa, dalle suggestioni quasi orchestrali: il ricorrente ricorso al tremolo e allo staccato ben si addice alle corde espressive e sonore del Terpsycordes. La monumentalità della composizione è un compendio delle potenzialità espressive del genere: il Terpsycordes è bravo a esaltarle tutte, ad accentuare l’aspetto melodico e danzante, dalla raccolta atmosfera intrisa di malinconia tipicamente viennese, dell’Andante un poco moto (terzo movimento): il violoncello canta dolcemente e, all’interno della conversazione quartettistica, i violini e le viole interrompono con veemenza il discorso. Il Terpsycordes fa ben percepire il contrasto tra il dolce tema iniziale e le irruzioni, sonore e ritmiche, degli altri componenti, per poi ricomporsi tutti serenamente. L’aspetto spiccatamente danzante (tempo in 6/8), una tarantella, ritorna nell’Allegro assai in sol maggiore del finale con impeto e precisione nella tenuta ritmica generale.

Molti applausi dopo l’ultimo accordo finale."

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